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Osho

IL CANTO DELLA MEDITAZIONE
estratti dal libro

Premessa di Osho(...)
Ho letto il canto della meditazione di Hakuin molti anni fa, ma non ricordo di avergli dato lo stesso significato che gli dai tu.
E' naturale! Il mio significato è il mio significato, il tuo significato è il tuo. Come potrebbe essere lo stesso? Non è possibile! La tua interpretazione scaturisce da te, non haniente a che vedere con il canto di Hakuin. Quando leggi il vangelo, non leggi Gesù, ma te stesso. Quando leggi la Gita non leggi Krishna, ma te stesso. La tua interpretazione non è presente nel libro, è naturale:il libro è solo una scusa ...


(...)Ricorda: mentre mi ascolti metti da parte la tua mente. Ascolta per la pura gioia di ascoltare, come ascolti un uccello cantare, come ascolti il vento tra gli alberi, solo così. Non c'è alcun bisogno di preoccuparsi del significato. In questo modo ti avvicinerai al vero significato. ...

Il silenzio (...)
Hakuin era un uomo di poche parole, un uomo di silenzio. Poteva non parlare per anni , e poi dire una o due parole.
Una volta l'imperatore del giappone lo invitò a tenere un sermone a palazzo. La regine e il re, il primo ministro, gli altri ministri, gli alti ufficiali e i generali, tutti si riunirono con profondo rispetto per ascoltarlo. Hakuin si presentò, si fermò un minuto, si guardò attorno e lasciò la sala. Il re era sconcertato. Chiese al primo ministro: "Che cosa gli è preso? Eravamo venuti per ascoltarlo!". Il vecchio primo ministro rispose: "Questo è il più grande sermone che io abbia mai ascoltato. L'ha pronunciato! Tu gli avevi chiesto di venire e insegnarti il silenzio. E lui l'ha insegnato! E' stato lì, in silenzio, era silenzio. Che cosa chiedi di più? Che cosa domandi ancora? In quei pochi secondi egli era puro silenzio. Era assoluto silenzio. Era silenzio vibrante, pulsante. Ma tu cercavi di sentire delle parole".
Ma sul silenzio nulla può essere detto, e tutto ciò che viene detto è sbagliato. Come puoi dire qualcosa sul silenzio? Qualunque cosa tu dica lo renderà falso. Ecco perchè Lao Tzu cide: non si può dire nulla sul Tao - e se si dice qualcosa, nel momento stesso in cui viene detto diventa falso. Il Tao è silenzio, ma non il silenzio di un cimitero. E' il silenzio di un giardino, dove gli alberi sono vivi e respirano, eppure c'è completo silenzio. Non è un silenzio morto, è un silenzio vivo. Ecco perchè Hakuin ha chiamato questo canto: Canto della Meditazione.
Buddha dice: mi avvicino alla realtà non credendo, ma vedendo. La sua religione è stata definita "ihi passika" : "vieni e vedi", non "vieni e credi". Buddha dice: "vieni e vedi, ihi passika". E' qui, presente - devi solo venire e vedere. Non ti chiede di credere. Egli è l'unico grande maestro al mondo che ha abbandonato la professione di fede - e lasciandola cadereha trasformato la religione da una cosa molto infantile a una molto matura. Con Buddha la religione è diventata giovane. Prima era infantile. Era una sorta di credo - il credo è superstizione, è frutto della paura. Il credo è cieco. Buddha ha dato gli occhi alla religione. Egli dice: se vedi non c'è alcun bisogno di credere. Quando hai visto non c'è credo, c'è conoscenza.

Tentare la felicità
Forse il tentare porta persino all'infelicità. Forse tutto il rumore del mio desiderare ha tenuto lontano lo strano uccello dalle mie spalle. Ho inseguito la felicità così a lungo e così fortemente. Ho cercato nei luoghi più remoti, in lungo e in largo. Ho sempre immaginato che la felicità fosse un'isola nel fiume. Forse essa è il fiume. Pensavo che la felicità fosse il nome di una taverna in fondo alla strada. Forse essa è la strada. Credevo che la felicità fosse sempre domani, e poi domani, e poi domani, e domani ancora. Forse essa è qui. Forse essa è ora.E io ho guardato in qualsiasi altro luogo.

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